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autore
brano
 
Cicerone
Della divinazione, II, 94
 
originale
 
94 Sed quae tanta dementia est, ut in maxumis motibus mutationibusque caeli nihil intersit qui ventus, qui imber, quae tempestas ubique sit? Quarum rerum in proxumis locis tantae dissimilitudines saepe sunt, ut alia Tusculi, alia Romae eveniat saepe tempestas; quod qui navigant maxume animadvertunt, cum in flectendis promunturiis ventorum mutationes maxumas saepe sentiunt. Haec igitur cum sit tum serenitas, tum perturbatio caeli, estne sanorum hominum hoc ad nascentium ortus pertinere non dicere (quod non certe pertinet), illud nescio quid tenue, quod sentiri nullo modo, intellegi autem vix potest, quae a luna ceterisque sideribus caeli temperatio fiat, dicere ad puerorum ortus pertinere? Quid? quod non intellegunt seminum vim, quae ad gignendum procreandumque plurimum valeat, funditus tolli, mediocris erroris est? Quis enim non videt et formas et mores et plerosque status ac motus effingere a parentibus liberos? Quod non contingeret, si haec non vis et natura gignentium efficeret, sed temperatio lunae caelique moderatio.
 
traduzione
 
94 Ma che foll?a ? questa, di credere che, mentre si prendono in considerazione i pi? grandi movimenti e mutamenti del cielo, non importino nulla le differenze tra i venti, le piogge, i climi di ciascun luogo? Perfino in localit? vicine tra loro tante sono le disparit? tra questi fenomeni, che spesso le condizioni meteorologiche a Tuscolo sono diverse da quelle di Roma. I naviganti se ne accorgono pi? che mai quando, nel doppiare un promontorio, avvertono spesso un grandissimo cambiamento del vento. Perci?, se il clima ? cos? variabile, ora sereno, ora perturbato, si pu? considerare sano di mente chi non dice che ci? influisca sulle nascite dei bambini (e in verit? non vi influisce), ma sostiene poi che eserciti un influsso sulle nascite stesse quel non so che di evanescente, che non pu? in alcun modo essere oggetto di sensazione, a mala pena anche di attivit? pensante, cio? la composizione del cielo prodotta dalla luna e dagli altri astri? E il non capire che, ragionando cos?, si riduce a nulla l'influsso dei semi generativi, che ha un'importanza decisiva nel concepimento e nella procreazione, ? forse un errore di poco conto? Chi, infatti, non vede che i figli ritraggono dai genitori la complessione fisica, il carattere, tanti modi di atteggiarsi da fermi e di muoversi? Ci? non accadrebbe se queste caratteristiche non provenissero dall'influsso e dall'efficacia dei generanti, ma dal potere della luna e dalla composizione del cielo.
 

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